« Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.»

(Il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani. 10 dicembre 1948)

giovedì 27 settembre 2012

FEDERALISMO E INFORMAZIONE


Torno a scrivere sul blog verapolitica.blogspot.it dopo un’assenza abbastanza lunga dovuta a una mancanza di tempo.

Ritorno a scrivere e c’è ancora la crisi come l’avevo lasciata e forse anche peggiore, nonostante il governo Monti.
Di cose ne sono successe parecchie, con l’avvicinarsi delle elezioni politiche del 2013 si accendono i riflettori sui prossimi protagonisti della scena politica. Matteo Renzi, sindaco di Firenze si candida alle primarie del Partito Democratico (nonostante avesse detto e scritto che voleva fare il sindaco fine a fine mandato). I MoVimenti 5 Stelle stanno salendo nei sondaggi facendo ricordare l’ascesa storica della Lega Nord negli anni Novanta. Nuovi soggetti si affacciano nel teatro politico come Fermare il Declino, anche se non ha ancora un leader  preciso, ho meglio ne hanno molti: Oscar Giannino, Montezemolo, Marcegaglia (?).

Ma la notizia più importante di questi giorni è sicuramente “l’affare” Lazio.
Una delle conseguenze dello scandalo che ha coinvolto tutti i partiti  è l’accusa al sistema federalista regionale.
Io penso però che il problema non sia il federalismo, credo che il problema  non sia di fare nuove leggi, il problema è culturale.
Il federalismo non è il problema il federalismo è un mezzo. In più in Italia è ancora giovane e poco sperimentato. Sicuramente il federalismo in Italia deve essere migliorato.

Vedo il federalismo come una Ferrari di Formula Uno, se la guida Fernando Alonso vince i gran premi e magari anche i mondiali, se la guidassi io mi schianterei alla prima curva. Questo  non vuol dire che non sia una macchina veloce. Se alcuni consiglieri regionali o presidenti di regione hanno avuto dei problemi con la gestione dei bilanci questo non significa che il federalismo regionale sia inefficiente.
E’ vero però che siamo difronte ad uno “squilibrio informativo” perché i cittadini non conoscono come si dovrebbe i loro rappresentanti nelle regioni e non decidono quindi in piena libertà. L’informazione è sempre stata concentrata a livello nazionale, poca attenzione viene dato all’informazione locale.
Si possono giudicare gli eletti solo se io conosco realmente cosa hanno fatto. Ma se conosco meno gli eletti della mia regione che quelli del Governo nazionale allora non potrò giudicare.

Bisogna poi migliorare il sistema di controllo e di bilanciamento dei poteri tra il consiglio, il presidente e gli altri organi amministrativi della regione.
 C’è bisogno inoltre di consolidare e rendere più capillare il sistema di controllo delle spese a livello locale. Per esempio, nelle scuole ogni genitore conosce le spese della scuola del figlio e gli eventuali sprechi e  deve avere modo di comunicarli al suo sindaco o all’assessore competente. Tutti gli assessori all’istruzione poi dovrebbero fare una sintesi e presentarla a chi deve decidere a livello provinciale o regionale. Così per la sanità, per giustizia e per la sicurezza. Solo in questo modo si può pensare di limitare gli sprechi, e solo così si può pensare di controllare veramente chi decide a tutti i livelli.

Credo poi che sia indispensabile creare un’anagrafe degli eletti. Ogni elettore deve poter conoscere chi lo dovrà rappresentare. Chi assume cariche pubbliche deve sapere che dovrà essere completamente trasparente, altrimenti può scegliere di non entrare in politica.
 Non ci sono leggi elettorali che tengano, perché dobbiamo ricordarci che il Senatore Lusi è stato eletto con il Porcellum, mentre i consiglieri del Lazio sono stati votati con le preferenze. Se gli elettori non conoscono i loro rappresentanti e non possono scegliere in coscienza e in maniera trasparente non ci sarà mai un federalismo o uno stato centralista che funzioni.

L’informazione deve fare luce soprattutto sulle cariche assegnate dai politici nelle aziende municipalizzate che sono il vero buco nero delle regioni. Servono da serbatoio per i non eletti e sono diventate degli enti privati che possono gestire liberamente immensi patrimoni che arrivano dalle casse pubbliche. Anche questo vuol dire informazione, sapere chi ha eletto chi.
Perché la vera politica deve essere fatta dai cittadini ma i cittadini non possono fare  verapolitica se non sono correttamente informati anche a livello locale.

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